All’alba mi sono svegliata particolarmente turbata dal mio sogno: dopo aver vissuto oltre la metà della mia vita impegnandomi per migliorare la mia condizione femminile, desideravo fortemente essere considerata solo un “oggetto”. Ebbene si’, proprio un oggetto! La motivazione era semplice: in virtù della mia età anagrafica avrei potuto trasformarmi da una “over cinquantenne fuori mercato” in una “Donna Vintage” e quindi divenire un “oggetto di culto” ed il tempo avrebbe potuto garantire finalmente il valore progressivamente acquisito. Nella mia vita ho creduto fortemente nell’uguaglianza, nel sapere, nella maternità ed ho conquistato gratificazioni per le qualità e capacità possedute. Oggi la società mi ha nuovamente riportato alla condizione di un “oggetto” ed allora rivendico il diritto di non essere trattata come uno “scarto”, come un “usato di seconda mano”, ma almeno con la devozione oggi dedicata ad un oggetto vintage. Il sogno ha essenzialmente la funzione di realizzare un desiderio e, quindi, invito tutte le Donne Vintage ad unirsi in un Movimento per recuperare il proprio “diritto vintage” ad una vita dignitosa, qualificata dal sacrosanto diritto al lavoro, ed a non consentire a questa società di proiettarle ora in una battaglia da combattere non più contro gli uomini, ma contro le donne stesse, quelle più giovani, talvolta in contrapposizione con le proprie figlie impegnate a costruirsi una vita.