Memorie d’una ragazza perbene

Mangiare non era soltanto un’esplorazione e una conquista, ma il più serio dei miei doveri. – Un cucchiaio per la mamma, uno per la nonna … Se non mangi non diventerai grande -. Mi facevano mettere con le spalle al muro dell’ingresso, tracciavano un segno all’altezza della mia testa, che veniva confrontato con un segno precedente: ero cresciuta di due o tre centimetri, si congratulavano con me, e io mi davo delle arie; a volte, tuttavia, mi spaventavo. Guardavo la poltrona della mamma e pensavo: “Non potrò più sedermi sulle sue ginocchia”.
D’improvviso, l’avvenire esisteva; mi avrebbe cambiata in un’altra che avrebbe detto io e non sarebbe più stata me.

(Simone De Beauvoir, Memorie di una ragazza perbene)

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