Assistiamo sbigottite, ancora una volta, all’impotenza di uno Stato di fronte alle conseguenze di un vile omicidio di una donna “segnata” da un destino infame, che nessuno ha saputo, né voluto fermare, nonostante il disperato bisogno di aiuto, gridato ben dodici volte.
Lo Stato, dopo aver proclamato la sua incapacità di neutralizzare la ferocia di un uomo contro una donna, uccisa come una bestia, oggi dichiara la sua volontà di non farsi carico degli orfani di questa donna condannata due volte, senza tutela in vita e senza giustizia da morta.
Per i maltrattamenti e le minacce di morte era previsto anche allora l’arresto, ma i comportamenti del marito NON furono considerati come gravi. Nè allora, né ora!
La “negligenza inescusabile” nel «non disporre nessun atto di indagine rispetto ai fatti denunciati», indicati dalla sentenza di primo grado, si trasforma, con la decisione dei giudici in appello, nel racconto della ineluttabilità della ferocia del marito, al quale Marianna Manduca può solo soccombere, ora come allora, poiché è vero che la Procura “non eseguì la perquisizione e, quindi, non sequestrò il coltello, ma le due non-azioni, appunto, non sarebbero bastate a scongiurare il peggio” per lei. Nemmeno «l’interrogatorio dell’uomo avrebbe impedito l’omicidio della giovane donna», scrivono i giudici nella sentenza di appello.
E con l’affermazione che «l’epilogo mortale della vicenda sarebbe rimasto immutato», allora lo Stato dichiara che nulla è dovuto agli orfani, togliendo loro il risarcimento ed obbligandoli a restituire quanto già finora percepito sulla base della sentenza di primo grado.
«…La burocrazia non guarda in faccia neppure queste creature speciali. Speciali perché con bisogni straordinari, in cerca di affidatari che possano offrire un appiglio per un nuovo cominciamento nonostante il più violento dei lutti. Non dimentichiamoli, non dimentichiamo una legge che può salvare vite giovani, minacciate alla radice, derubate dell’amore, della fiducia, della forza.
Non abbandare avanti, nonostante tutto, nonostante un padre che ha ammazzato tua madre». (cit. Anna Costanza Baldry).
Per questi orfani speciali, che tutte Noi dovremmo adottare come figli nostri per difenderli da una giustizia iniqua, vogliamo essere la loro voce e urliamo:
“IL FEMMINICIDIO È UN CRIMINE CONTRO L’UMANITÀ E QUESTI ORFANI SONO LE VOCI RIMASTE IN VITA DI CHI È STATA UCCISA”
Se per lo Stato è la resa, #perledonneresamai